La
mia “cara mogliettina” ha radici in Valle d'Aosta (fortunatamente
per le mie sciate invernali!) e più precisamente a Sarre dove,
lavoro permettendo, ci rechiamo in visita ai parenti. Al tavolo di un
valdostano che si rispetti non mancherà mai un assaggio della tanto
rinomata Fontina DOP, più o meno stagionata che sia, e la fonduta
con la Fontina è un'immancabile pietanza da gustare in compagnia!
L'origine
della fonduta non
è chiara: per alcuni è nata a Ginevra o a Torino, ad opera dei
Cavour, secondo altri la fonduta sarebbe di ispirazione svizzera.
Pellegrino
Artusi la definì cacimperio, cioè
pinzimonio, nel suo storico libro di cucina, ma non la tenne in
particolare considerazione.
Una
testimonianza storica della fonduta si ha nel 1854: una classica
ricetta venne pubblicata nel "Trattato di cucina" di
Giovanni Vialardi, cuoco dei re Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II.
La
fonduta è un piatto unico molto sostanzioso, da sempre consumato con
crostoni di pane o con fette di polenta. L'abilità sta
nell'amalgamarla al latte senza creare grumi.
Abbinare
la fonduta di Fontina DOP al filetto di manzo non è nostra
invenzione, ma l'idea di aggiungere un tocco Mediterraneo forse sì;
se così non fosse ci scusiamo con l'artefice primo del piatto: non
siamo qui a reclamare onori, ma solo a presentarvi una delle nostre
proposte più gustose.
Un
piatto da scarpetta!
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